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Maria Montessori da giovane |
Finalmente esce l'articolo sulla vita di Maria Montessori, tratto dalla collana " Grandi donne " di RBA Italia.
Chi era Maria Montessori?Io l'ho conosciuta, come
quasi tutti, sulle 1000 lire; avevo circa 15 anni, e non avevo idea
di chi fosse. Sul serio. Frequentavo le Magistrali all'epoca.
Studiavo alle
Magistrali, e non avevo mai sentito nominare la più grande
pedagogista italiana !
Una vera innovatrice a 360 gradi, conosciuta e
osannata in mezzo mondo.
Lo dichiaro con grande
imbarazzo.
Imbarazzo per la scuola italiana, intendo.
Per altro mi parve molto
strano vedere una donna sulle banconote.
Sembrerebbe strano
anche adesso, visto che non è più successo.
Non conosci Maria
Montessori?
Poniamo subito rimedio.
Maria nasce a
Chiaravalle, provincia di Ancona, il 31 Agosto 1870, da una
famiglia borghese e relativamente moderna per l'epoca.
Si nota subito
la sua intelligenza e gli studi vengono incoraggiati.
Maria però vuole andare
oltre: non le basta studiare, vuole diventare ingegnere, una cosa
assolutamente folle per l'epoca.
Per fortuna cambia idea,
ma è ancora peggio: vuole diventare medico !
In Italia, all'epoca, le
donne non erano ammesse alla facoltà di medicina, con la debole
scusa della mancanza del latino e del greco, materie non impartite
alle ragazze.
La candidatura venne
respinta, ma Maria era davvero decisa, si iscrisse a Scienze
naturali, per poter poi iscriversi successivamente.
Funzionò. Iscrizione
accettata.
Certo, doveva andare alla
Sapienza accompagnata da un genitore, e non poteva effettuare le
dissezioni insieme agli altri studenti, ma sola, di notte... ma quando sei una pioniera, qualche compromesso bisogna pur farlo.
A 25 anni si laurea: care Dottoresse di oggi, non dimenticate che Maria vi ha fatto da
apripista, più di 120 anni fa.
A quell'epoca in Italia i
poveri erano davvero poveri, in certe zone ancora giravano pellagra, malaria, e denutrizione a non finire.
Anche a Roma la situazione
in certi quartieri era davvero drammatica, specie per i bambini, che
crescevano come elemosinanti privi di qualsiasi istruzione, spesso
scambiati per ritardati, e rinchiusi negli istituti.
Maria non tardò a
prendersi a cuore questa causa, che di fatto non era neppure tale,
visto che non interessava quasi nessuno.
Lavorava alla Clinica
Psichiatrica dell'Università, quando ebbe modo di conoscere le
teorie del tutto innovative degli psichiatri francesi Itard e Séguin,
che per primi considerarono educabili i cosiddetti " ritardati"
o "idioti, imbecilli", come venivano chiamati all'epoca.
Prima di allora si dava
per inteso che questi bambini fossero senza nessuna speranza, senza
nessun margine di miglioramento.
Maria invece si convinse
che sì, con un contesto adeguato potevano migliorare, fino ad
essere reinseriti nella società.
Il suo interesse si
allontanava dalla medicina per avvicinarsi alla pedagogia, interesse
condiviso dal collega Giuseppe Montesano.
Nel 1897 poté denunciare
le condizioni inaccettabili dei bambini "deficienti" al
Congresso Nazionale di Medicina svolto a Torino.
Non era la prima volta che
Maria parlava in pubblico; già in passato aveva preso parte al
Congresso sui Diritti delle Donne a Berlino, parlando della disparità
degli stipendi delle operaie rispetto ai colleghi uomini.
Insomma non esattamente
una donna casa e chiesa che guardava in basso durante il tragitto,
come avrebbero voluto i costumi dell'epoca.
Siamo all'inizio del 1900,
ricordiamolo, in Italia, quasi 50 anni prima del diritto al voto alle
donne.
Nel frattempo cresce il
rapporto di stima, amicizia ed infine amore con il collega
Giuseppe... eh si, Maria resta incinta, in gran segreto.
Il matrimonio riparatore
non si farà mai.
Forse non lo voleva
nessuno, né lui, né lei, né le rispettive famiglie. Non si sa.
Forse lei non voleva
rinunciare alla carriera, forse lui, come nei migliori film di Pietro
Germi, voleva una moglie illibata, forse la suocera la considerava
una sgualdrina.
Ad ogni modo, come ogni
ragazza di buona famiglia dell'epoca, partì in campagna per qualche
mese.
Il bambino venne dato in
affido ad una famiglia, con cui tenne sempre i contatti.
Nel frattempo altri medici
"illuminati" si interessarono della questione
dell'infanzia, e ciò portò alla costituzione della Lega Nazionale
per la protezione dei fanciulli deficienti.
Maria si impegnò in un
giro di conferenze in tutta la nazione, per diffondere gli ideali
riguardanti l'emancipazione dei poveri e delle donne.
Insomma, o temi scomodi o
nulla; denunciò anche le condizioni dei bambini minatori in Sicilia.(ricordate anche voi Rosso Malpelo nell'antologia delle medie ?)
Tra una conferenza e
l'altra andava a trovare Mario, che non sapeva chi fosse quella
signora gentile.
Feuilleton dal punto di
vista del cuore, e novità dal punto di vista professionale: nel 1900
arriva a Roma la Scuola Magistrale Ortofrenica, per la formazione dei
maestri di sostegno ai bambini con ritardo.
Fantascienza solo pochi
anni prima !
Chi la dirige? Maria e
Giuseppe. Dopo pochi mesi accolsero i primi 20 bambini nel rispettivo
Istituto Medico Pedagogico, ad esso collegato.
Per 2 anni Maria si dedicò
a loro, ideò i primi materiali tattili e sonori, un qualcosa di mai
visto.
Il ministro
dell'istruzione si recò a vedere i bambini ed i loro progressi.
Alcuni riuscirono perfino ad imparare a leggere. Incredibile, bambini
cui non avrebbero dato un centesimo.
Tutto sembra andare a
gonfie vele, ma... feuilleton in agguato.
Giuseppe viene meno alla
promessa reciproca fatta anni prima di non sposarsi mai, fidanzandosi
con un'altra.
Maria non lo sopporta; l'unica cosa da fare è andare via. Lascia l'incarico.
Poteva andare
via lui, e fare il gentiluomo, ma tant'è. Del resto che aspettarsi
da uno che ti mette incinta e non ti sposa ?
Che fare una volta perso
il lavoro?
Riprendere gli studi,
logico!
Oramai era deciso: si sarebbe dedicata all'educazione, occorreva prepararsi adeguatamente.
Alla Sapienza le
richiusero di nuovo la porta in faccia; e lei iniziò a frequentare
da uditrice, e alla lunga si arresero ad una nuova iscrizione.
Dopo qualche anno vinse la
cattedra di Antropologia: le sue lezioni erano frequentatissime.
Qualche anno dopo ( eh si:
le grandi cose non si fanno in pochi giorni ! Cosa che oggi non
vogliamo metterci in testa, allettati da business veloci come una
fiammata accesa dalla benzina), la grande occasione.
L'Istituto Romano di Beni
Stabili, sotto la guida dell Ing. Talamo, inizia un investimento nel
quartiere più degradato di Roma, uno di quelli dove è meglio non
entrare, tanta era la delinquenza.
Si iniziano a
ristrutturare gli edifici decadenti, e si pone il problema di tutti
quei bambini sotto i 6 anni, i figli delle operaie, che lavoravano
tutto il giorno.
Occorreva una struttura in
cui farli stare, in cui "recuperarli".
E qualcuno per dirigerla:
Maria.
Nonostante il budget quasi
inesistente, lei ci vede l'opportunità di testare le sue teorie;
ricreò il materiale didattico, le sue campanelle, le lettere
smerigliate, le forme geometriche, qualche decorazione per l'aula, e
via, verso l'inaugurazione. Una giornalista guardandosi intorno
disse: sembra una casa di bambini!
E così nacque il nome
perfetto.
Le prime settimane furono
difficili, i bambini pochi, diffidenti, disorientati.
Ma piano piano si
ambientarono, iniziarono ad usare i materiali, ad imparare tutte le
piccole attività orientate all'autonomia come legarsi le scarpe,
lavarsi i denti.
Si inaugura una seconda
Casa dei bambini, sempre nel quartiere San Lorenzo.
Tutto va bene, ma...
iniziano gli attriti con Talamo, che voleva avere carta bianca
sugli aspetti disciplinari, e che mal digeriva il crescente interesse
dei giornali su Maria, stupiti dal fatto che i suoi bambini imparavano a
leggere molto più in fretta dei bambini inseriti nelle scuole tradizionali.
Maria era un po' troppo intelligente, un po' troppo brillante; ingombrante insomma.
E via, fuori dalla porta.
Tanto rumore per il povero
Steve Jobs, e nessuno che ricordi che Maria è stata licenziata dalla
SUA Casa dei bambini, 100 anni prima.
Insomma non c'è mai
niente di nuovo sotto il sole.
Come disse Einstein, Dio
non gioca a dadi: appena l'anno dopo l'incontro con Alice Franchetti
Hallgarten, un'anima affine.
Alice era un'americana
sposata ad un barone dotato di vasti possedimenti, tanto da potere
aprire una scuola gratuita rurale in Umbria.
Invitò Maria, la
incoraggiò a scrivere un libro, e vincendo le sue proteste sul "non avere tempo", la invitò in una delle sue ville.
Lì poteva scrivere
indisturbata.
Voilà, in 20 giorni Il
metodo della pedagogia scientifica fu completato.
Anche in assenza di
internet, le notizie viaggiavano: negli Stati Uniti iniziano a
pubblicare articoli sul suo lavoro, in particolare a cura di McClure,
editore del McClure's Magazine, un'importante rivista di giornalismo
d'inchiesta.
Ed inizia un grande
interesse, tanto da portare in poco tempo all'apertura del primo
centro Montessori, a New York.
Nel frattempo Maria riesce
ad aprire una Casa dei bambini presso un convento di suore
francescane.
Ma non mancano le critiche
da parte della Chiesa, che non vedeva affatto di buon occhio
l'allevamento di bambini senza premi e punizioni; soprattutto
punizioni.
(chi non ha mai sentito
un genitore raccontare di come a scuola ci fosse la bacchetta ? ed
erano gli anni '50, per dire).
Contemporaneamente il suo
libro diventa un best seller, tanto da farla guadagnare
discretamente con i diritti d'autore.
Ha 42 anni, e vive ancora
con i suoi.
All'improvviso sua madre,
sua grande sostenitrice, muore.
Grande il dolore, grande la decisione: va a trovare Mario, ormai 14enne, ma questa volta è l'ultima: lo porta via con sé, rivelando di essere sua madre.
Ha 14 anni. Il ragazzo sembra affezionato, e piano
piano si crea un rapporto, peraltro molto stretto: collaborerà con
la madre per tutti gli anni successivi.
Negli Stati Uniti il
successo continua senza sosta: in appena 4 anni vengono aperte più
di 100 scuole montessoriane ! Ed altre in Argentina, Cina, Messico,
Svizzera, Inghilterra, perfino in Nuova Zelanda!
Insomma, Maria va virale
:)
Vedi la differenza?
Ma si sa, nessuno è
profeta in patria.
Come tutte le cose di
grande successo, però, sorge subito il problema di quelli che
sfruttano il lavoro altrui, insegnando il metodo per conto proprio,
interpretandolo di propria iniziativa.
Per ovviare a questo, urge
formare le maestre e collaboratrici.
Con l'appoggio del
Comitato Americano Montessori, apre il primo corso di formazione
avviene direttamente nel salotto di casa di Maria, con 87 alunne
venute da tutto il mondo, specie dagli Stati Uniti.
Una traduttrice traduce in
inglese le lezioni.
Nel frattempo McClure la contatta, vuole portarla negli Stati Uniti per una serie di
conferenze, lei non accetta, e lui e viene a Roma per convincerla. Così
nel 1914, si salpa per la grande America.
E' accolta più che
calorosamente: il giorno dopo l'arrivo, si aprono le porte della
Carnegie Hall, per la prima conferenza.
E qui a mala pena la
sopportavano. Va beh.
Ovviamente non mancarono i
nemici, come Kilpatrick, un pedagogista di vecchia scuola, che
attaccò il metodo come non scientifico, e sbagliato, che inseriva la
lettura e scrittura troppo presto, e che isolava il bambino;
criticava inoltre i riferimenti spirituali alla scintilla divina che
ogni bambino porta con sé.
Lei non se ne curò
affatto e non rispose alla polemica.
Come si suol dire: i cani
abbaiano ma la carovana va avanti.
Si va a San Francisco,
all'Esposizione Internazionale.
Persone stupefatte
guardavano l'aula trasparente di Maria, con i bambini che lavoravano
sereni, apparecchiavano, facevano giochi ad incastro ecc. E senza che
nessuno gli ordinasse nulla.
Tutto andava alla grande,
fino al telegramma che le annunciava la morte del padre.
Parte al
volo, ma la guerra incombe, non riesce ad entrare in Italia, e va a
Barcellona in attesa di riuscirci.
Ci resterà per 20 anni,
intervallati, dopo la guerra da moltissimi viaggi nelle
principali capitali europee. Corsi e conferenze come se non ci fosse
un domani.
Ma sappiamo tutti che dopo
la fine della Grande Guerra, non paghi, iniziarono i nazionalismi,
l'ascesa del partito nazista, fascista.
Nel '23 Mario contattò
Mussolini, per fare aprire finalmente anche in Italia le scuole; si iniziò l'anno dopo, per alcuni anni.
Nel tempo
la cosa andò male, le idee erano incompatibili: le Case dei bambini
dovevano essere culla di libertà e sviluppo, mentre per il regime erano caserme per addestrare bambini obbedienti allo Stato, lo Stato
Fascista.
Le scuole vennero poi
chiuse, i libri e tutti i materiali didattici bruciati.
Maria era persona non
gradita all' Italia. Siamo nel 1934.
Un disastro; tra l'altro
la collaborazione con il governo fascista le venne spesso rinfacciata
negli anni a seguire.
Tornano (Mario è sempre
con lei, è il suo braccio destro) a Barcellona.
Ma anche lì due anni dopo
il disastro: Franco fa il colpo di stato.
Un casino. Devono scappare di nuovo.
Per fortuna hanno contatti
ed amici ovunque: trovano appoggio tramite amici inglesi, e si imbarcano, destinazione: Londra.
(e noi che ci stressiamo
per un nonnulla, o no?)
In seguito accetta un invito per i Paesi Bassi (lei, Mario, e
i suoi 4 figli, che nel frattempo la moglie americana gli aveva
lasciato dopo la separazione ).
In Olanda all'inizio va
bene, conferenze, la pace tiene; accetta un invito per un ciclo di
conferenze in India, in cui ha contatti importanti ( es: il poeta
Tagore, Ghandi!).
Il Metodo Montessori era tradotto anche in
India, terra piena di spiritualità, ma anche di un'analfabetismo
incredibile (80 %).
E poi lì c'era la sede
della società teosofica, cui Maria aderì decenni prima.
L'India le piace subito; si sente tanto a suo agio da togliere il lutto che portava da anni.
Le studentesse sono desiderose di imparare, di cambiare, di
abolire le classi suddivise per caste.
C' è il fuoco nei loro occhi, mentre sono sedute per terra ad ascoltare.
Tutto va bene, ma c'è
sempre un ma ...
l' Olanda viene bombardata dai tedeschi. E' guerra.
Resta bloccata in India
per 7 anni ! E i bambini ad Amsterdam !
Il padre non ha visto i
figli per 7 anni !
Il soggiorno non fu una
passeggiata; essendo italiani vennero
considerati nemici, Mario mandato in un campo di lavoro, Maria restò sola con le sue 4 parole di inglese, isolata da tutto.
Quando Mario venne
rilasciato, andò meglio, tanto da lavorare ulteriormente alle sue
teorie, e al concetto di educazione cosmica.
Ora le è chiaro: lo scopo
dell' educazione è la pace.
Lo dichiara apertamente :
la politica deve evitare le guerre, ma la pace può essere creata
solo dall'educazione dei bambini, ovvero gli uomini e le donne di
domani.
Questo lo ribadirà
sempre, fino alla fine.
Nel 1946, a pace conclusa,
rientra in Olanda, ma è instancabile, va a Londra per vedere se le
sue scuole sono ancora in piedi, dopo i bombardamenti.
Così così,
la città è devastata.
Torna in India, in cui se
da una parte si è avuta l'indipendenza dalla Gran Bretagna (evviva!), dall'altra si ebbe al volo quasi una guerra civile tra musulmani
ed induisti (molto male); nel frattempo inizia anche la guerra
fredda.
Non una, ma due guerre mondiali non hanno insegnato nulla.
Molto frustante per chi
predica la pace, la pace e solo la pace, tanto da ricevere 3 candidature per il Nobel...
Tiene conferenze fino
all'ultimo, a destra e a manca.
Riceve la decorazione
dell' Ordine di Orange-Nassau dalla Regina d'Olanda, la Legion
d'Onore in Francia da Blum, presidente della Repubblica.
Non è che le diano a
tutti, o te le compri con le sponsorizzate.
Maria muore serenamente
nella poltrona della sua casa ad Amsterdam, un'ora dopo aver parlato
con il sua amato figlio, all'età di 82 anni.
Ha fatto tutto ciò che ha
potuto, tutto ciò in cui ha creduto, dall'iscriversi a medicina
quando non era possibile, a conferenze in tutto il mondo.
Un'italiana. Ad inizio
1900. Senza telefonino. Senza smartphone. Senza computer. Senza quasi
parlare inglese. Senza marito. Senza patente.
L'epitaffio sulla sua tomba:
" Io prego i cari
bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della
pace negli uomini e nel mondo ".
Ti è piaciuta questa storia ? Conoscevi già la vita di Maria Montessori ?
Per la prossima donna della rubrica "Grandi donne", scriverò di Katherine Hepburn e di Louise May Alcott.
Quale preferiresti leggere per prima ?
Grazie di avermi letto.
A presto
Sara
Interessantissimo! La montessori è ancora oggi attualissima in ambito pedagogico, leggo sempre volentieri ciò che ha a che fare con lei e col suo metodo!
RispondiEliminaun saluto :)
Ciao Angela, mi fa tanto piacere !
RispondiEliminaE pensa che ho anche un altro libro proprio da iniziare ! Potrei parlarne qui sul blog...
È Il metodo Montessori per tutti di Laura Beltrami ( Bur Parenting).
Cosa ne pensi ?
A presto
Sara
Ciao.... grazie delle belle parole che hai lasciato sul mio blog (LA BOTTEGA DI LULA).
RispondiEliminaMia figlia ,e futura mamma, vuole prendere come modello di insegnamento e di come arredare la cameretta e i suoi accessori, al metodo Montessori.
Un saluto
Sabrina
Ciao cara, felice di vedere il tuo commento!
EliminaSono contenta per tua figlia, le camerette in stile montessoriano sono bellissime, ispirano tanta calma e serenità, che sono sempre le benvenute in ogni casa !
A presto
Sara