Gratitudine ?
No, grazie.
La gratitudine è senz'altro l'argomento di moda del 2019, e non pare cedere il passo nemmeno per il 2020.
Mi oppongo.
Diario della gratitudine ogni sera ? Sei seria ? Chi ti ha cresciuto, la famiglia Ingalls? Vivi nella casa nella prateria ?
Spesso penso questo, leggendo a profusione questi infiniti post, video e quant'altro su questo argomento.
Cari gratitudine ambassador, ma vivete in Italia anche voi?
No, in effetti spesso, almeno nel 50 % dei casi no, non più. Appunto.
Il restante 50 % va sulla scia del primo che nemmeno fatto a posta ha un bel seguito/ successo.
Bla bla bla, tanta incoerenza.
Se fossi grato DAVVERO, ti accontenteresti di quello che hai.
E se così fosse non cercheresti di fare soldi con questo noioso argomento.
Quante volte si può ringraziare che ho ancora un tetto sulla testa ? Che un terremoto non me l'ha ancora distrutto ? Che esco di casa con due gambe e torno con le stesse ?
Il fatto che possa succedere il contrario non toglie che sia statisticamente improbabile.
Di per sé portare un concetto giusto ad ideologia, lo rovina.
Il troppo storpia.
Del resto se si parte dalla convinzione di un Creatore/ Universo benevolo, dovreste aspettarvi il bene, non il male.
Diario ogni sera ?
E cosa ci scrivi nei giorni in cui non succede niente: oggi ho mangiato ?
E' come ammettere che oggi ho mangiato, è andata bene, poteva andare peggio; conseguenza implicita : e domani ? Chissà.
Io ci leggo un subdolo pessimismo di fondo. Un ansia nemmeno troppo nascosta.
La persona sinceramente grata non compila diari ogni sera cercando 3 cose di cui essere grata.
Non le deve cercare: le ha vissute. La gratitudine è un sentimento, un qualcosa che si prova.
Quando la senti non devi cercare un bel niente.
C'è e basta. Fa parte del tuo sentire, dell'implicito.
Come un bambino che vede la madre prima di chiudere gli occhi, e sapendo che ci sarà di nuovo al risveglio, è tranquillo.
Cercare, ricordare, scrivere, focalizzare, sono tutte attività cognitive, legate al pensiero, all'emisfero sinistro del nostro cervello.
La verità è che se hai bisogno di fare questo, non SENTI la gratitudine.
Il che naturalmente non fa di te un ingrato: attenzione.
Io non sono un ingrata, e non lo sei nemmeno tu.
Sappiamo tutti che c'è chi sta peggio; in ogni caso c'è sempre.
Di fatto, ogni minuto succede una disgrazia da qualche parte. E' la vita, ci si ammala, si muore, e c'è anche parecchia gente cattiva e armata.
Di fatto, più siamo sul pianeta, e più questo sarà vero. E' la legge dei grandi numeri.
Se oggi a me non è capitato niente, un giorno qualsiasi di tipo qualsiasi, posso veramente essere grata ?
Bell' egoista !
Al massimo posso essere sollevata per me, e dispiaciuta per gli altri.
Io la vedo così.
C'è anche un altro problema: la parola. La parola è potente, e sotto intende un qualcosa di importante.
- Sono grato perché " sto bevendo il caffè alla finestra, è buono e l' aria è fresca ".
- Sono grato perché " l'intervento chirurgico di mio figlio è andato bene ".
Nel secondo caso la parola è pertinente, nel primo no.
Secondo me ostinarsi a usarla ad ogni costo, per ogni piccolezza, non ha senso, anzi la svilisce.
Io la uso solo in circostanze all'altezza.
Fallo anche tu. Non farti influenzare dal politicamente corretto a tutti i costi.
Cosa ne pensi ?
Grazie di avermi letto. A presto
Sara
Cerco di non chiedere così non devo essere grato e se ricevo ringrazio.
RispondiEliminaCiao fulvio
Questo è un ottimo punto di vista Fulvio. Grazie del tuo tempo passato qui.
RispondiEliminaA presto Sara
Sai che sono d'accordo? Essere obbligati ad essere grati è controproducente e quando la gratitudine è vera e spontanea è meravigliosa e non può non venire fuori
RispondiEliminaGrazie di questo commento Irene, e di avermi letto !
EliminaMi fanno tanto piacere entrambe le cose... mi sento un po' " controcorrente " e sola in questa mia opinione !
Se l' hai trovata interessante, grazie davvero di avermelo scritto.
Buona giornata.
Sara